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POLO DI AGRIGENTO: QUALE PROSPETTIVA PER GLI STUDENTI?

Venerdì 7 febbraio la RUM – Rete Universitaria Mediterranea e l’UDU Palermo – Unione degli Universitari hanno preso parte ad un’assemblea che si è tenuta al Consorzio Universitario per discutere della delicata questione della presentazione dell’Offerta Formativa che compete i Corsi di Studio del Polo Agrigentino.

Da una recente delibera del Consiglio di Amministrazione, infatti, si evince la più che concreta possibilità di chiusura per alcuni dei Corsi attualmente attivi presso il Consorzio. La scure pende in particolare sui Corsi di Servizio Sociale e di Ingegneria Informatica e Gestionale.

La necessità di razionalizzazione dell’Offerta Formativa è tutta economica: fino allo scorso anno il Consorzio era tenuto a contribuire per il 35% alle spese relative al mantenimento dell’Offerta Formativa, per un totale di 1,8 mln di euro. A marzo 2013 viene sottoscritta una nuova convenzione secondo la quale il Consorzio è tenuto, a partire da quest’anno accademico, a garantire la copertura del 50% delle spese di docenza necessarie per il funzionamento dei Corsi di Studio attivi nel Polo, che corrisponde a circa 2,6 mln. La notizia della nuova convenzione venne presentata come positiva e ricca di prospettive per lo sviluppo del Polo Agrigentino. Questo avveniva proprio mentre il Bilancio Consuntivo del 2012 del CUPA metteva in risalto un quadro finanziario tutt’altro che rassicurante.

Le novità legislative che hanno riguardato le Province e l’impugnativa del Commissionario dello Stato che ridimensiona il contributo erogato dalla Regione ai Consorzi Universitari suggeriscono che non sia questo il momento in cui sovraccaricare il CUPA di oneri economici già oggi difficili da mantenere. La Provincia di Agrigento è tenuta, in qualità di socio fondatore, a versare un minimo di 770 mila euro annui nelle casse del Consorzio. La Regione, pur non essendo tra i soci fondatori, si impegna dal 2002 a versare una quota di finanziamento ai 3 Consorzi Universitari siciliani. La quota, che ammontava fino all’anno scorso a circa 2,5 milioni di euro, era stata quest’anno aumentata prima che l’impugnativa già citata la riportasse sui valori di finanziamento degli esercizi precedenti.

A fronte di questa situazione il CUPA ha dichiarato di non riuscire a sostenere le spese richieste per l’attivazione dei Corsi, innescando il processo che oggi ha portato alla minaccia di chiusura degli stessi. Se è vero che la complessiva situazione economica presente rende necessaria una rivalutazione della spesa che passi anche dalla razionalizzazione di un’Offerta Formativa in certi casi poco ponderata, non si può certo pensare di cominciare a farlo proprio dai Poli decentrati che rappresentano un investimento a lungo termine che va sostenuto e la cui fragile situazione rischia di collassare se soggetta ad un taglio economico e formativo così sostanzioso. Il Rettore conosce bene la situazione complessiva dell’Offerta Formativa UNIPA e sa quanto è stato fatto e quanto ancora si potrebbe fare per il riordino di tanti Corsi di Studio che hanno sede nel capoluogo palermitano. Il Consorzio ha vissuto anni di gestione organizzativa ed economica rivedibile ma la netta diminuzione delle spese di funzionamento garantita in questi ultimi anni è buon sintomo della volontà di rendere sostenibile l’importante investimento che il Polo rappresenta per la Provincia di Agrigento. L’Assessorato all’Istruzione e il Comune di Agrigento si sono entrambi impegnati a mantenere il finanziamento fin’ora garantito al Consorzio e di spendere tutte le energie economicamente disponibili per garantire il sostentamento dell’intera offerta formativa.

Non crediamo che nella vicenda esistano colpevoli e innocenti, siamo certi che l’unica soluzione sia continuare sulla strada della concertazione, che tutte le parti sociali e le istituzioni che sono responsabili del Consorzio si impegnino per garantire tutto il possibile perché nessuno dei corsi chiuda. Siamo altrettanto certi che sia l’Offerta Formativa che il sistema di funzionamento generale dei Poli possano e debbano essere rivisti e razionalizzati; farlo attraverso un semplice e repentino taglio di Corsi di Studio che hanno anche prodotto risultati interessanti nel territorio ci sembra tutto tranne che dimostrazione di una politica di garanzia del Diritto allo Studio. Non è poi certo il trasferimento dei Corsi a Palermo una soluzione sostenibile: anche chi la propone, ci auguriamo, sappia che sarebbero tante le famiglie costrette a rinunciare alla garanzia di una formazione universitaria per i propri figli a causa dell’impossibilità economica nel sostenere i costi derivanti dall’essere uno studente fuori sede o pendolare. I Poli Decentrati sono una risorsa per la cultura al pari delle sedi principali degli Atenei, hanno il compito di diventare volano per l’economia e il progresso del territorio in cui sono inseriti, di garantire ai giovani di quelle zone un futuro altrimenti sempre più difficile da costruire.

Sembra che tutti coloro che hanno preso parte all’assemblea di ieri abbiano dichiarato le migliori intenzioni riguardo il proprio impegno per la garanzia dell’Offerta Formativa. Auspichiamo che le intenzioni si concretizzino e che il Consiglio di Amministrazione riveda la delibera sopra citata garantendo l’attivazione di tutti i Corsi di Studio attualmente attivi ad Agrigento come negli altri Poli decentrati di UNIPA.

L’UDU e la RUM si batteranno non soltanto per il mantenimento in vita dei corsi di laurea, ma per un investimento nell’Offerta Formativa che valorizzi il Polo all’interno del territorio agrigentino, affinché si dia una prospettiva duratura e permanente agli studenti universitari con l’obiettivo di offrire uno sbocco lavorativo nel territorio stesso. Per questi motivi chiediamo di poter partecipare attivamente al prossimo tavolo tecnico, nelle figure dei nostri rappresentanti agli organi superiori dell’Università degli Studi di Palermo.

Questo nostro impegno non è rivolto esclusivamente alla sede decentrata di Agrigento, ma anche ai Poli di Trapani e Caltanissetta.

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