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BOCCIATO L’APPELLO DI NOVEMBRE – GIURISPRUDENZA

I rappresentanti degli studenti hanno, con ripetuti interventi, posto all’attenzione dei docenti le argomentazioni che seguono.
Crediamo che il voto favorevole alla soppressione dell’ appello di novembre sia un torto operato nei confronti di quella parte di studenti che non solo paga tasse più esose in relazione al proprio status, ma che si vede negati servizi fino a qualche anno fa erogati dall’università.
È un esito che volta le spalle al buon senso e all’intelligenza degli studenti.
Hanno cercato di far passare come interesse degli studenti l’abolizione di un diritto insito nella stessa natura dello status di fuoricorso, previsto da tutte le facoltà dell’Ateneo di Palermo, nonché da tutti gli atenei italiani.
Fingono di dimenticare che lo stesso appello di novembre ha rappresentato una prassi seguita fino ad oggi, adducendo come ulteriore motivazione la sospensione (non necessaria!) delle lezioni, quando può accadere che un docente si assenti senza darne preventiva comunicazione. Abbiamo sottolineato la non eccessiva affluenza che ha sempre caratterizzato tale appello, funzionale al ridimensionamento del numero degli studenti fuoricorso. Tali studenti, organizzando il proprio calendario di studi ed esami nel convincimento dell’esistenza dell’ appello di novembre, si ritrovano, in corso d’opera, costretti a rivedere i loro programmi, nonché a posticipare l’eventuale data di laurea.
Il ragionamento dai docenti addotto non solo è privo di senso alla luce di quanto da noi fatto presente, ma risulta economicamente svantaggioso alla luce del fatto che il MIUR assegna contributi agli Atenei anche in relazione al numero degli studenti fuoricorso (maggiore è il numero dei fuoricorso, minori sono i contributi erogati). Per questo motivo, ci ritroviamo nella paradossale situazione per cui, pur riscontrando valutazioni eccellenti nell’ambito della ricerca e della qualità di insegnamento, ci collochiamo agli ultimi posti nelle graduatorie nazionali.
L’introduzione dell’appello di novembre è consentita, come più volte ribadito, potendosi ammettere fino a due appelli straordinari. La componente docente, pertanto, sembra essere mossa da interessi egoistici, come se un solo giorno destinato all’espletamento dell’esame incidesse esageratamente sullo svolgimento delle lezioni! Si mostrano per un giorno paladini dei disagi degli studenti frequentanti, dimenticandosene nei restanti 364.
Emerge, solo adesso e non in occasione delle lezioni quotidiane, il problema delle aule. L’introduzione dell’appello di novembre, secondo quanto affermato da molti docenti, comporterebbe, data l’assenza di aule, disagi logistici. Quali disagi, se non quelli che ogni giorno lo studente vive? I disagi appaiono e scompaiono a seconda delle esigenze dei docenti?
Non avendo ottenuto il risultato sperato in Consiglio di Corso di Studi, la componente studentesca, insieme ai rappresentanti degli studenti in seno agli organi superiori, si mobiliterà con un sit-in di protesta, domani alle ore 9.00. Invitiamo gli studenti tutti, solidarmente con i ragazzi direttamente coinvolti dalla delibera del Consiglio, a partecipare a tale manifestazione e, se dal caso, a disertare le lezioni, specie qualora non vi siano posti a sedere.

I rappresentanti degli studenti in

seno al Consiglio di Corso di Studi.

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