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Referendum 17 aprile – L’importanza del voto

“Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è DOVERE CIVICO. ”
art.48 costituzione

Con il seguente testo vi invitiamo ad andare a votare perchè farlo è un dovere civico!
L’importanza del potere esprimere la propria preferenza e la propria idea rende questo un paese libero. Dissociatevi da chi vi invita a scegliere l’astensionismo,da chi vi invita al disinteresse verso la COSA PUBBLICA.

Il 17 aprile 2016, dalle 7:00 alle 23:00, il corpo elettorale è chiamato alle votazioni per il referendum abrogativo riguardo il “comma 17, terzo periodo, dell’articolo 6 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, come sostituito dal comma 239 dell’articolo 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208” (norme in materia ambientale) riguardo la durata delle concessioni delle piattaforme, “limitatamente alle seguenti parole: «per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale».”(DPR 15 febbraio 2016 http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2016/02/16/16A01356/sg)

L’ambito d’interesse è quindi il rinnovo delle concessioni alle compagnie d’estrazione di idrocarburi, aventi già delle piattaforme, entro le 12 miglia dalla costa (circa 20km). Si deciderà quindi se cancellare o meno la norma che permette la ricerca e l’estrazione delle compagnie che posseggono già la concessione entro i suddetti limiti dopo la scadenza della concessione attiva. E’ diffusa invece l’informazione mediatica riguardo l’abrogazione di una legge che consenta la stipula di nuove concessioni in quest’ambito, palesemente errata in quanto, entro le 12 miglia, è già vietato dalla vigente normativa.

Si riportano quindi a titolo chiarificatore il secondo e terzo periodo della suddetta normativa: «Il divieto è altresì stabilito nelle zone di mare poste entro dodici miglia dalle linee di costa lungo l’intero perimetro costiero nazionale e dal perimetro esterno delle suddette aree marine e costiere protette. I titoli abilitativi già rilasciati sono fatti salvi per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale. Sono sempre assicurate le attività di manutenzione finalizzate all’adeguamento tecnologico necessario alla sicurezza degli impianti e alla tutela dell’ambiente, nonché le operazioni finali di ripristino ambientale».

Si chiama ad esercitare il diritto civico di voto a circa 50mln di cittadini secondo l’art.48 della Costituzione e sì avrà la conseguente validità solo se raggiunto il quorum necessario, 50% più uno dell’elettorato attivo, come prescritto dall’art.75 della Costituzione.
Secondo i dati forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico, interessate dal referendum sono le 35 concessioni corrispondenti a 92 piattaforme stabili attorno alle coste italiane entro le 12 miglia, su 135 totali a mare. Queste sono distribuite tra il mare Adriatico, Ionio ed il canale di Sicilia. (http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/strutturemarine/limite.asp?on=true)
Volendo dare un po’ di numeri, le piattaforme in questione di referendum estraggono il 27% del gas italiano, capaci di soddisfare il 3% del fabbisogno annuale, ed il 9% di greggio in 4 delle 35 concessioni che soddisfano lo 0.95% del fabbisogno nazionale.

Si voterà quindi SI se si desidera abrogare il particolare della normativa, si voterà NO se si vuole mantenerla.
L’opinione in tema referendario in Italia si trova dunque frazionata tra i sostenitori del SI del NO e dell’astensione.

Tra i sostenitori del SI vi sono ovviamente movimenti come “no-triv” e associazioni ambientaliste assieme alle nove regioni promotrici della domanda referendaria. Questi sebbene ammettano che è impossibile un disastro ecologico per ragioni del tutto tecnologiche, non escludono un disastro ambientale nell’eventualità di un malfunzionamento in uno degli impianti. Pongono pure il quesito in tema energetico dichiarando che fermare la coltivazione di idrocarburi possa indirizzare il paese verso l’incremento d’utilizzo di risorse rinnovabili.

I sostenitori del NO indicano come la proposta referendaria sia di base illegittima e basata sulla errata informazione fatta dai movimenti ambientalisti. Sottolineano il fatto che fermare le trivelle entro le 12 miglia prima dell’esaurimento del giacimento sia un danno economico in quanto verrebbero meno i guadagni per l’ammortamento dei costi di costruzione e smantellamento degli impianti rispetto alla vita utile per i quali erano stati progettati. Non si eviterebbe l’estrazione di idrocarburi in quanto se non entro le 12 miglia si può comunque appena fuori. La mancanza di una così cospicua produzione porterebbe all’importazione mediante aumento del transito di petroliere aumentando i rischi di disastro offshore. Si avrebbe inoltre la perdita d’impiego per migliaia di lavoratori (solo nel settore offshore di Ravenna vi sono settemila impieghi).

I movimenti astensionisti fanno leva sulle stesse motivazioni del NO ma volendo raggiugere il medesimo obiettivo evitando il raggiungimento del quorum, già a parer loro probabile, e quindi invalidando il referendum stesso. Pongono pure in evidenza che così facendo si avrebbe la possibilità di riproporre la modifica della normativa meglio strutturata in modo da sostenere un migliore piano regolatore in tema energetico.
“E` indetto referendum popolare per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge ” ART.75 COSTITUZIONE
La dicitura popolare voluta dai padri costituenti non è casuale, ed è per questo che il popolo deve sentirsi e deve rispondere presente nel momento in cui è chiamato alle urne.

Sia che sia per SI che per il NO invitiamo la popolazione studentesca ad andare a votare.
VOTARE È UN DIRITTO E UN DOVERE CIVICO

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